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Sisma in Afghanistan, aggiornamenti da Kunar della ong italiana

2025-09-04 HaiPress

Villaggi isolati,feriti in attesa di

soccorso,ospedali al collasso. Dal team di Nove Caring Humans

arrivano aggiornamenti drammatici su una situazione 'sempre più

critica' nelle zone del terremoto di magnitudo 6 che lunedì ha

scosso l'Afghanistan,racconta Kahled,referente da Kunar della

ong che da tempo è presente nelle province orientali del Paese

con progetti di sicurezza alimentare e sviluppo comunitario

'Questi territori - aggiunge - sono tra i più isolati e

poveri dell'Afghanistan. Oggi,dopo il terremoto,queste

fragilità strutturali rendono ancora più difficile raggiungere

le comunità colpite e garantire un'assistenza tempestiva. La

situazione è sempre più critica. Le aree remote rimangono

isolate e molti villaggi tra le montagne sono irraggiungibili. I

sopravvissuti attendono soccorso,assistenza medica e il

recupero delle salme. Le strade sono bloccate: solo veicoli

militari e fuoristrada riescono a passare in parte,mentre la

maggior parte dei mezzi di soccorso resta ferma lungo il

percorso'.


'Le comunità colpite continuano a dormire all'aperto,sia per

i danni subiti sia per il timore di nuove frane - prosegue

Kahled - Gli elicotteri militari stanno evacuando i feriti verso

gli ospedali disponibili,ma il Jalalabad Central Hospital è

allo stremo: ogni volo riesce a trasportare soltanto 20-25

persone,mentre le richieste di assistenza aumentano di ora in

ora'.


Nonostante la presenza di una rete di ong pronta a

intervenire,le emergenze continuano a crescere. I bisogni più

urgenti includono: la mancanza di cibo e acqua potabile; la

necessità di tende e materiali per rifugi di emergenza,di

veicoli pesanti per il trasporto e lo sgombero delle strade;

interventi 'wash' per garantire acqua pulita,servizi

igienico-sanitari e condizioni minime di igiene,indispensabili

per prevenire epidemie. E anche lo smaltimento delle carcasse

animali: solo a Kunar si stimano circa 6mila capi di bestiame

perduti.


Al momento non è ancora possibile stimare i danni

complessivi,ma la ricostruzione e il sostegno alle famiglie

richiederanno un ingente impegno economico a lungo termine.


'Da 34 anni l'Afghanistan è la mia casa - afferma Alberto Cairo,

presidente di Nove Caring Humans - Ho visto guerre e povertà,ma

non ci si abitua mai a tanto dolore. Tragedie come queste

scavano ferite profonde,difficili da rimarginare. Ora è il

momento di unirci. Nove è già al lavoro per assistere la

popolazione,ma serve l'aiuto di tutti. Vi chiediamo di far

parte della nostra rete di solidarietà: ogni contributo può

portare cure,rifugi e speranza a chi oggi ha perso tutto'.


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